Aiuto, il mio bambino non si gira!

“Le motivazioni per cui questi bimbi – che il linguaggio medico-scientifico chiama podalici – scelgono di rimanere a testa in su, sono in realtà ancora per lo più sconosciute. Potremmo dire che c’è del mistero, ma questo non ci sorprende affatto. Tutta l’immensa conoscenza che un bambino in utero ci manifesta è un mistero: la sua capacità di crescere, di comunicare con la madre, di contribuire con i suoi movimenti e con messaggi e stimoli biochimici ad avviare il travaglio, di partecipare attivamente al travaglio e al parto. Nessuno glielo ha insegnato, non ha letto nessun libro ma lui sa farlo perfettamente. Questo rimane un mistero davanti a cui ci soffermiamo in ammirazione e stupore profondi.
In questa prospettiva, si potrebbe anche affermare che, forse, se un bimbo decide di posizionarsi podalico ha le sue buone ragioni e che probabilmente queste ragioni sono sagge per lui e per sua madre. Il bambino sa quello che fa e ce lo dimostra, tra le altre cose, la longevità della specie umana.

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“E tu, cosa cerchi?”

Mi si chiede spesso in cosa consistono i miei corsi di Accompagnamento alla Nascita. Entusiasta, inizio a descriverli con dovizia di particolari (anche se essendo piuttosto inusuali rispetto a ciò che il mercato offre non è poi così semplice riuscire nell’intento): l’aspetto della consapevolezza, gli argomenti trattati, il materiale informativo, la condivisione di riflessioni ed emozioni nel Cerchio, la parte che riguarda il lavoro olistico con il Neuro-Training®.

E alla fine, non è mai questa risposta, più o meno esaustiva, a fare la differenza, ma la domanda: “e Tu, cosa cerchi?”

foto di silvia longhi
Ph by Silvia Longhi

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L’essenza del Nascere. Perché il Parto dev’essere INDISTURBATO?

“Molto del potere sottratto al femminile e molte delle difficoltà che incontrano le madri a sentirsi pienamente competenti dopo la nascita siano dovuti alle credenze e ai gesti che caratterizzano il venire al mondo.

Cosa significa parto indisturbato? Dal punto di vista della donna è un parto in cui lei si è sentita competente e capace di dare alla luce il proprio figlio senza bisogno di ricorrere all’aiuto di qualcuno (che non significa essere sola, ciò può avvenire anche in casa o in ospedale), da un punto di vista fisiologico si deve andare a rispolverare l’idea che il parto è un processo fisiologico involontario che per espletarsi non ha quindi bisogno di scelte o di azioni volontarie, ma ha bisogno soltanto che si pongano le condizioni perché avvenga.

ornella piccinini ostetrica libera professionista doula
QUALI SONO QUESTE CONDIZIONI?

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L’importanza di un Accompagnamento Olistico in Gravidanza e Parto

Alla fine degli anni Settanta, come reazione agli eccessi della medicina tecnocratica, che rigidamente separava in modo Cartesiano il corpo dalla mente e considerava il corpo (inteso esclusivamente sul piano meccanico) come unico oggetto dell’osservazione e del trattamento medico, si sentì la necessità di un cambiamento che portò all’Umanizzazione della tecno-medicina. Si riconobbe un’influenza della mente sul corpo e in questa prospettiva, si iniziò a comprendere quanto pensieri ed emozioni potessero influenzare anche il travaglio e il parto e quanto il supporto emozionale potesse, in quell’ambito, risultare fondamentale nel riequilibrare l’insorgere di situazioni stressanti. Si considerarono quindi gli aspetti biologici, psicologici, culturali e sociali nell’assistenza alla nascita e le loro interrelazioni. La donna iniziò ad essere considerata al Centro della scena del Parto: con un ruolo attivo, con la sua dignità e i suoi fabbisogni, oltre che fisici, affettivi e relazionali. Grazie a Leboyer si iniziò a parlare di Nascita non violenta riportando il parto ad una dimensione di normalità. Da allora si sono diffusi la cultura dell’Active Birth e il Rooming in, si iniziò a comprendere il significato dell’esperienza umana per la donna e sorsero nuove modalità di assistenza alla Nascita.

Molte evidenze scientifiche e la stessa fisica quantistica sottolineano l’importanza della connessione tra Spiritualità (intesa come aspetto significativo della condizione umana, una dimensione presente nella vita di tutte le persone) e Salute, partendo proprio dal Periodo Primale. Una spiritualità che, manifestandosi nei pensieri, nei comportamenti, negli atteggiamenti, nel linguaggio verbale e non verbale, può essere osservata, compresa e grazie a questa conoscenza una donna in Attesa può essere accompagnata assecondando le sue reali esigenze.

L’assistenza in Gravidanza e Parto dovrebbe tenere in considerazione l’unitarietà (mente, corpo, emozioni, spirito) e l’interattività della Donna.

(articolo originale  http://www.nascere-naturalmente.it)

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In una visione olistica della gravidanza e della nascita la donna viene semplicemente aiutata a scoprire le proprie potenzialità, tutte le sue risorse, le competenze e quelle del proprio corpo affinché possa credere in se stessa, nella capacità del figlio di nascere e nella fisiologia del parto.

Ogni percorso intrapreso in tal senso, nel rispetto e nella valorizzazione di ogni singola parte connessa a tutte le altre, ci porta ad un viaggio interiore verso una maggiore conoscenza di noi e dei nostri talenti. Una nascita naturale e rispettata porta benefici sul piano fisico, mentale ed emotivo non solo alla donna ma anche al bambino che, ricordiamoci, sarà l’uomo/la donna di domani.

Molto interessante la visione del documentario Micro birth e la lettura de La prima ferita

Quando essere radicali è una necessità

Quello che comunemente viene chiamato “latte” artificiale e che viene elargito con così tanta facilità, FA MALE. Ebbene si. Non solo l’Allattamento Materno, vera fonte di Nutrimento per il cucciolo d’uomo, ha innumerevoli benefici, ma sempre più studi dimostrano che la formula artificiale fa male. E non solo ai nostri figli, ma anche a noi madri (emotivamente e psicologicamente) e all’ambiente. Continua a leggere “Quando essere radicali è una necessità”

Ciò che dovremmo richiedere a gran voce

Quando scegliamo un “corso pre parto”, quali caratteristiche ci attraggono? Con che requisiti lo cerchiamo? E quando scegliamo la persona (ostetrica o ginecologo o doula) che ci accompagnerà durante tutto questo viaggio dell’Attesa e del Parto?

Ecco, secondo me questa mamma, in questa lettera presa dall’web, ha centrato in pieno ciò che dovremmo richiedere a gran voce:

Non insegnarmi a respirare e a spingere
Insegnami a essere me stessa, a connettermi con il mio istinto, a lasciarmi andare agli impulsi del mio corpo.
Non prepararmi a sopportare, a tacere, a soffrire
Preparami a scegliere, alla libertà al di sopra delle mie paure e limitazioni.
Non prepararmi a contare minuti né ore né centimetri di dilatazione
Preparami ad ascoltare il mio corpo, a riconoscere ogni passo, a parlare con il mio bambino.
Non prepararmi a fidarmi del potere della medicina
Insegnami a fidarmi del mio potere, della mia forza ineguagliabile di donna, delle capacità del mio corpo per provare sollievo.
Insegnami a rispettare il tempo di cui il mio bambino necessita per Nascere, il tempo che serve alla mia vagina per accompagnarlo in questo cammino.
 
Quando verrò da te, non insegnarmi a delegare a te perché, allora, tu sarai la responsabile di quello che succede
Preparami a prendere le decisioni
Dammi il potere e, con esso, la responsabilità del mio parto
Dimmi che in me ci sono la forza e il potere necessari per dare vita
Dimmi che sarai lì se ho bisogno di te, MA CHE NON HO BISOGNO DI TE.
Sii chi preserva, in silenzio, il miracolo della nascita da qualsiasi intervento non necessario.

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Il Rischio in Ostetricia

Il pericolo è reale, ma il rischio è socialmente costruito. Chi controlla la definizione del rischio, controlla la soluzione razionale del problema. La definizione del rischio è dunque un esercizio di potere”. Le parole di Slovic, grande studioso di questo tema, ci stimolano nel proporre un percorso critico sull’attuale definizione di rischio nella nascita, evidenziando la complessità e riducendo l’eccessiva semplificazione che se ne può fare.
L’attuale cultura ostetrica considera infatti il “rischio” come uno dei perni che condizionano le scelte assistenziali. Richiedere continui esami e interventi mirati a individuare il maggior numero di rischi possibili sembra essere oggi una imprescindibile fonte di sicurezza per la donna e il bambino. Rischio e pericolo appaiono concetti assimilati che generano un aumento di paura: la sensazione di pericolo incombe non solo nelle situazioni patologiche, ma anche nell’assistenza alla normalità. Come ci avverte Barbara Duden oggi il calcolo statistico delle probabilità da prevenire viene anteposto alle percezioni sensoriali del corpo.

(RISCHIO?! La percezione del rischio tra numeri e nervi nell’assistenza alla nascita http://www.irisassociazione.it/)

Mike Gibney si è posto il problema di come la comunicazione del rischio (risk communication) sia tenuta in minor conto della valutazione del rischio (risk assessment) e della gestione del rischio (risk management) e di quali siano le conseguenze di tutto ciò. Il motivo per cui la comunicazione del rischio è tenuta in così scarsa considerazione è che gli scienziati pensano che fornire informazioni al consumatore sia tutto ciò che è necessario. Il consumatore è, apparentemente, preoccupato per il motivo sbagliato, perché ha semplicemente ricevuto le informazioni sbagliate. Tutto ciò che deve essere fatto è educarlo.

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Quando una gravidanza è fisiologica e sentiamo che “va tutto bene”, affidarsi ad un’ostetrica, esperta in fatto di Nascita, evita inutili ansie e preoccupazioni, mantenendo inalterati i livelli di cortisolo (noto “ormone dello stress”).