Una volta il parto era considerato un “affare di donne”

Tra cenni storici, evidenze scientifiche e riflessioni
a cura di Michel Odent
Nelle società che hanno preceduto lo sviluppo della scrittura e dell’agricoltura, le donne, come molti mammiferi, si isolavano per partorire e di solito, la madre, una zia o un’altra donna esperta del vicinato si trovava nei paraggi, per proteggere il luogo della nascita dall’intrusione di uomini e animali. Siamo forse alle origini della figura della levatrice.
In seguito, nel corso dei millenni, la nascita divenne con gradualità un evento sociale. La levatrice si trasformò sempre più spesso in una guida che interferiva con il linguaggio, in grado di trasmettere credenze e rituali, utilizzando una grande diversità di procedure, incluse manovre invasive come la dilatazione manuale della cervice, la compressione dell’addome, o l’utilizzo di erbe tradizionali.
Un passaggio importante nella socializzazione della nascita avvenne quando le donne iniziarono a partorire nel luogo dove erano solite trascorrere la loro vita quotidiana: il parto in casa è un’esperienza relativamente recente nella storia.
Le donne continuarono fino alla metà del ventesimo secolo a dare alla luce i propri figli in un ambiente in cui predominava la presenza femminile, persino nel caso di una nascita in ospedale. “L’ostetrica che lavorava a maglia” era la persona cardine del reparto maternità.
doula casamamma centro maternità parto in casa

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Venire al mondo per il neonato, oggi come ieri.

Immaginate di starvene seduti soli, ad ascoltare una registrazione delle onde dell’oceano che si infrangono sulla riva. La stanza è buia: attraverso le tende tirate entra solo un lieve chiarore esterno, e i suoni dell’esterno vengono percepiti in modo vago e attutiti. A un tratto si accendono tutte le luci, gente che grida, qualcuno che vi strappa dalla poltrona. L’idea non è molto piacevole, eppure è proprio così che la vita comincia.

tratto da “Onorare la madre”

Questo è il modo con il quale due psicologi americani descrivono la nascita all’interno delle sale parto degli ospedali. Sforziamoci per un attimo e proviamo a metterci nei panni di un neonato, magari proprio del neonato che siamo stati tanto tempo fa, proviamo a pensare a quale stupore, e paura provammo uscendo dalla pancia calda e accogliente della nostra mamma, e a quello che avremmo voluto trovare fuori … Lo stesso calore tiepido, le stesse luci soffuse, gli stessi suoni rispettosi e soprattutto le braccia accoglienti di nostra madre che ci rassicuravano che nonostante il grande cambiamento, tutto era a posto. Sicuramente avremmo voluto che lei, la sua voce e il suo odore conosciuti in utero, fossero lì ad accoglierci e a darci tutto il necessario per continuare a vivere. Si, a vivere, perché di questo si tratta.

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Monitorata, se tutto procede bene, non mi piace e non lo voglio

Sempre di più le donne che, scegliendo una struttura ospedaliera per la nascita del proprio figlio, riportano disagio, la sensazione di costrizione e percepiscono la frustrazione nell’aver subito il monitoraggio durante il loro travaglio.

 

Queste, le riflessioni in merito di Elisa Fasolini, ostetrica:

Il monitor elettronico fetale inizialmente era destinato a quelle donne con specifiche complicazioni durante il travaglio; poi, col passare del tempo, dai primi anni ’70, il suo uso venne esteso a tutte le donne indiscriminatamente e anche al momento della gravidanza. Ha permesso al personale ostetrico di assistere a più travagli, senza la necessità di stare accanto alla donna …

Questo monitoraggio fornisce sicuramente maggiori informazioni rispetto all’auscultazione intermittente … ma la domanda è: questo conduce a migliori esiti neonatali? I bambini nascono meglio con l’uso del monitor? La ricerca dice chiaramente di no. Anzi, studi randomizzati controllati evidenziano che il monitoraggio continuo aumenta il tasso di cesarei e di parti accelerati … L’unica “tecnologia ostetrica” che migliora veramente l’esito neonatale e materno è il sostegno individuale di un’ostetrica (OMS 1996).

Mentre i benefici del monitoraggio non sono dimostrati, non vi è nessuna ricerca su grandi numeri che indaga su possibili effetti collaterali dell’esposizione prolungata del bambino agli ultrasuoni.

… se una gravidanza fisiologica è seguita da un travaglio iniziato spontaneamente fino a prova contraria il parto sarà fisiologico.

… il battito cardiaco fetale di un bambino sano è sempre variabile con accelerazioni valide …

… un buon legame madre-bambino è un elemento che conferma, tramite il “sentire materno” il benessere del bambino stesso senza bisogno di ricorrere ad un monitoraggio del battito prolungato nel tempo…

E’ possibile scegliere diversamente se conosci i tuoi diritti.

Approfondimento dell’articolo e informazioni utili: http://www.giuliamorsiani.it/docs/MONITORAGGIO_IN_TRAVAGLIO.pdf

monitoraggio-fetale-in-travaglio

Siamo così occupati a stare al passo con questa nuova tecnologia, a comprarla a imparare ad usarla, ad ammirarla … che non ci fermiamo a chiederci quali problemi può risolvere. Visualizzazione e resa in immagine sono di enorme interesse per noi ma possono non essere lo scopo per cui spendere il nostro denaro.  (Haverkamp 1985)

Ecco perché in fase espulsiva opterei per un parto a Terra e non in Acqua

Ho pubblicato un video, qualche giorno fa, sulla nostra pagina, ed è stato subito amore. Anzi, di più, delirio.

La didascalia che lo accompagna pone l’accento sul nostro sapere innato: quello di dare alla Luce.      Il nostro corpo lo sa da sempre, i nostri figli sanno nascere ma noi ce ne siamo dimenticate. E non è che basta dirlo o ricordarlo: dobbiamo riscoprirlo, sentirlo a livello profondo, questo antico sapere, e spesso con un’adeguata preparazione.

Ma, c’è un ma: l’intento di quel post era di sottolineare quanto sia facile, a dispetto di quello che ancora si crede, partorire Naturalmente o meglio, Normalmente. Non intendevo affatto far passare il messaggio Parto Naturale/Ideale = Parto in acqua. (purtroppo mica ne trovi tanti video o foto che raccontino di parti meravigliosi che non abbiano come sfondo la famosa piscina)

Infatti, pur essendo l’Acqua, allo stesso modo degli altri (Fuoco, Legno, Metallo, Terra) un elemento importantissimo, non è il nostro elemento. La Terra lo è. L’acqua può fungere in travaglio da analgesico: al pari di una semplice doccia, o sedute nella vasca da bagno di casa nostra, se l’immersione non è troppo lunga, favorisce la dilatazione portando al rilascio degli ormoni dello stress e del dolore.

E proprio qualche giorno fa, giusto subito dopo questa pubblicazione mi sono imbattuta in una teoria di Diego Giaimi:

Dal punto di vista energetico la scelta del parto in acqua non crea le condizioni per un buon radicamento del bambino (ndr ecco perché  nei nostri PerCorsi sottolineiamo da sempre, grazie a tecniche specifiche, l’importanza del Radicamento a Terra). Essendoci il passaggio del feto dal liquido amniotico alla vasca, da acqua ad acqua, non vi è un netto cambiamento dell’ambiente vibrazionale come nel parto naturale e il neonato non recepisce appieno il fissaggio; la messa a terra non viene incrementata tanto come in un parto naturale.

parto-a-terra-non-in-acqua-messa-a-terra-radicamento-madre-terra

Spesso mi sono chiesta: perché tentare di fare nostri rituali che appartengono ad altre culture allontanandoci o fuggendo dalla nostra che può essere altrettanto meravigliosa?

Seguiamo invece il nostro istinto che per altro, ha accompagnato per secoli e secoli la razza umana nei parti a terra e non in acqua.

 

mio Figlio Oggi è Nato! e con la camicia

E’ successo questa mattina ad una mamma di CasaMamma, che ha dato alla Luce il suo bambino nell’intimità della sua Casa.

E succede una volta ogni 80.000 nascite: il suo piccolo è nato all’interno del sacco amniotico.

nascere con la camicia con il sacco amniotico casamamma

Per gli esperti, questo modo di venire al Mondo comporta minori traumi per il bambino: il liquido amniotico che avvolge la sua testa, quando il sacco è integro, funge da cuscinetto in grado di ammortizzare notevolmente i traumi che il suo cranio subisce, nel momento in cui passa attraverso il canale del parto.

Inoltre, è segno di buona fortuna, di protezione, nascere avvolti da una membrana protettiva, l’amnio che di solito resta nel ventre materno.

In generale i “nati con la camicia” sono dei sensitivi, spesso in empatia con ciò che accade. Hanno una coscienza delle cose straordinariamente chiara. Con loro, fate molta attenzione a creare un legame di fiducia sul quale possano contare.

I “nati con la camicia” sono molto dotati, avvolti da un enorme potenziale come da una seconda pelle, rassicurateli con dolcezza in modo che portino avanti il compito o il percorso che hanno intrapreso.

I “nati con la camicia” hanno la capacità di vivere molto a contatto con se stessi. Siate per loro un porto sicuro dove crescere e giocare.

Tratto da Dimmi come sei nato e ti dirò chi sei di Robyn Fernance

Donne della Terra riprendetevi la Nascita

giornata internazionale parto in casa 2016 6 giugno
Oggi Giornata Internazionale del Parto in Casa

Non si permette più alla donna moderna di fare esperienza cosciente delle sue sensazioni fisiche e della loro eco emotiva, derubandola così della ricompensa data dalla consapevolezza della forza del suo parto. Per la donna il parto costituisce l’opportunità organica di assumere potere attraverso una sfida fisica con le forze della vita e della morte.

Quale atto potrebbe essere più iniziatico ed estatico?

La donna che partorisce in condizioni naturali sperimenta uno stato potente, estatico ma in ospedale questa incredibile esperienza non le è permessa! Continua a leggere “Donne della Terra riprendetevi la Nascita”